
All’arrivo in aeroporto prendiamo un taxi prepagato per 35 Km. Fa caldo! Nel tratto rurale che porta alla città c’è poco traffico: camion con lastre di marmo locale, coppie in moto (le donne nei loro sari svolazzanti).
Udaipur è una bella cittadina, conosciuta anche come città dei laghi, il più grande dei quali (lago Pichola) si trova proprio al centro, circondato da splendidi edifici (tra cui il famoso City Palace, su cui affaccia il nostro hotel). Alcuni edifici sorgono su isolette e sono stati trasformati in hotel di lusso. Il resto della cittadina è un susseguirsi di stradine tranquille, alcune ornate da “murales” raffiguranti battaglie, sfilate di elefanti eccetera in uno stile naif tipicamente indiano.
Il City Palace è la maggiore attrazione. Una sorta di fortezza sul lago costruita a partire dalla metà del 1500 ed ingrandita progressivamente dai vari sovrani succedutisi in un arco di circa 400 anni. Al tramonto l’atmosfera è romantica; facciamo foto e prendiamo informazioni per la visita di domani.
Il giorno successivo facciamo prima un passaggio alla stazione degli autobus, per comprare i biglietti per Mount Abu (impresa non facile visto che le informazioni e i cartelli sono tutti in Hindi).
Fortunatamente alla biglietteria sono gentilissimi e parlano un po’ di inglese. Fatti i biglietti con relativo sconto per “persone anziane” (la speranza di vita è bassa rispetto all’Occidente), ci avviamo a piedi verso il centro. Lungo il tragitto ci addentriamo in un parco cittadino, tranquillo e piacevole, frequentato solo da locali.
Arrivati in centro, ci concediamo un giro del lago in barca, visitando una delle due isole usate a suo tempo dai Raja (roba da mille e una notte, molto romantica!) Poi ci addentriamo a piedi nella città vecchia, e visitiamo il gath (pieno di cani!) Mangiamo piacevolmente in un locale con terrazza e infine iniziamo la visita del City Palace.
È una specie di luogo delle delizie del raja. Tutto stanze, corridoi, cortili di marmo con vetri colorati, specchi e ripetute autocelebrazioni del Raja, culminanti nel simbolo del sole con la sua faccia stilizzata.
All’uscita ci immergiamo nella (relativa) confusione del centro cittadino, con bancarelle, negozi, cani, mucche, motorini… Andiamo a visitare il tempio jainista Jagdish Mandir, piccolo ma molto bello ed elaborato all’esterno. Le raffigurazioni ricordano quelle khmer e sono molto fitte, tutte intagliate su marmo. L’interno del tempio invece è spoglio. Tutto intorno, oltre agli onnipresenti scoiattoli, notiamo anche dei topini: i jainisti rispettano tutti gli esseri viventi.