6 Febbraio, partiamo da Gwalior alla volta di Khajuraho. Abbiamo noleggiato una macchina con autista. La strada è lunga e dissestata. Tempo nebbioso, polveroso. Paesaggio piatto, elettrificato. Incontriamo villaggi vari. A metà strada l’autista fa salire un suo amico per un passaggio gratis (tanto è tutto a spese nostre): siamo sorpresi ma ci adeguiamo anche perché parla inglese (l’autista no). Chiacchiere varie, pranzo al volo. Dopo sei ore e vari incidenti mancati, con piccole varianti di direzione arriviamo a Khajuraho.

Il posto è piccolo, tranquillo e su un laghetto. L’hotel è di fronte ai templi: la stanza è enorme, angolare, e dà sul lago, con tanto di terrazzo. Usciamo per un giretto esplorativo. Anche qui ci sono i soliti venditori, guide, mendicanti. Insistenti, ma meno che ad Agra.

Il giorno successivo andiamo a visitare i templi, patrimonio Unesco.

Il luogo estremamente curato e piacevole. All’interno di un bel giardino spiccano gli edifici dalla tipica architettura elaborata e “frattale”, con cupole su cupole, bassorilievi ovunque, scolpiti sulla pietra.

Figure ricorrenti di elefanti, dragoni, dèi con più braccia, i famosi amanti gettonatissimi dai turisti. In effetti le scene erotiche sono molto esplicite e fantasiose, con amplessi complessi.

Giriamo per oltre tre ore fotografando tutto.

Alla fine, saturi, usciamo per il pranzo a base di samosa.

Visto che gli altri templi sono un po’ distanti, affittiamo le bici. Passiamo per un piccolo sobborgo rurale, con mucche e maiali al pascolo, cani, bambini, donne che lavano i panni alla fontana (pozzo).

Alla fine torniamo indietro e facciamo qualche altro giro nel villaggio. Visitiamo casualmente una scuola ricavata all’interno di un complesso simile a un tempio: c’è scritto che è un memoriale, ma non si capisce bene. Nelle classi semibuie, bambini seduti a terra consultano quaderni, mentre il maestro spiega; fuori dall’uscio bici e scarpe lasciate dagli alunni.

Concludiamo la giornata con cena Jainista: melanzane, fagioli e riso. Chiacchierata in italiano col padrone del locale.