
E’ il primo di Febbraio, siamo a Jaipur da un giorno. Prendiamo un tuc tuc per Amber Fort. Nel tragitto chiediamo all’autista di fermarsi davanti al palazzo del vento per fotografarlo con la luce giusta ma possiamo trattenerci solo due secondi in quanto solo i taxi possono fermarsi.
All’arrivo all’Amber Fort, Laura resta incantata da un incantatore di serpenti con relativo cobra nel cestino. Luca scuce le 100 rupie “standard”.
La fortezza è maestosa. Entriamo e facciamo un bel giro del forte/palazzo del Maharaja. Tutto stanze, cortili e scalette. Dall’alto la vista è ampia e dominante: notevole la muraglia lunghissima tutta intorno.
Torniamo al tuc tuc e chiediamo di accompagnarci ad un pozzo a gradoni nel villaggio accanto. Scelta azzeccata: c’è poca gente, il posto è poco turistico e molto particolare; inoltre è il primo pozzo del genere che vediamo, ed è inaspettatamente grande. Poi decliniamo gentilmente le offerte dell’autista per visitare luoghi dove sicuramente vuole farci spendere in acquisti (come al solito).
Il due Febbraio invece prendiamo un taxi per andare ad Abhaneri. La strada è monotona ma il tassista è simpatico. In meno di due ore arriviamo a destinazione. Il villaggio è minuscolo, con qualche baracchetta di venditori accanto ai luoghi da visitare: il pozzo e il tempio. Il pozzo a gradoni è molto più grande di quello che avevamo già visto e sembra un disegno di Escher. Pochissima gente (tutti locali). Facciamo un sacco di foto, anche dei resti di rilievi conservati sotto il portico circostante, probabilmente provenienti dal vicino tempio. Il tempio è un po’ più malconcio, sembra formato da blocchi rimessi assieme alla rinfusa. Alcuni dettagli però sono notevoli, e oltre a noi ci sono ben tre italiani!
Torniamo a Jaipur; nel tragitto ci fermiamo a fotografare al volo un tempio di Shiva, con le statue colorate sulla cupola affiancata da due colossi raffiguranti Hanuman (Dio scimmia) e Krishna.