
Arriviamo a Gwalior da Agra, dopo un viaggio breve ma scomodo sul treno a lunga percorrenza. Per prima cosa cerchiamo di cambiare il treno del giorno dopo, diretto a Khajuraho, visto che si tratta dello stesso convoglio. Purtroppo non ci sono treni alternativi, per cui noleggeremo una macchina con autista.
La città di Gwalior non è molto turistica ma l’albergo si presenta bene: sono tutti gentili e disponibili anche se quasi nessuno parla inglese.
Posiamo tutto, mangiamo frugalmente il nostro pasto standard a base di banane e biscotti e usciamo per andare a vedere il forte.
Il primo problema è farsi capire visto che i guidatori di tuc tuc non sono abituati agli stranieri e non parlano inglese; comunque con un po’ d’aiuto e 50 rupie arriviamo all’ingresso del forte.
All’inizio della ripida salita che conduce alla fortezza incrociamo un gruppetto di ragazzini che gioca a cricket, e poi un gruppetto di ragazze, le prime a chiederci un selfie con loro (cosa che poi faranno molti altri, a dimostrazione di quanto sia raro incontrare occidentali).
Il percorso è pieno di sculture rupestri affascinanti, ma la vera sorpresa è in cima. Il castello ha una cinta di mura fantastica; le torri sfoggiano maioliche colorate con motivi di ogni genere.
Facciamo un giro e decine di foto (anche con i turisti locali). All’interno delle mura il forte contiene diversi edifici, in gran parte trascurati.
Rientriamo al tramonto, mentre il castello si popola di gente.