Da Mumbai arriviamo con un volo rapido fino a Aurangabad, punto base per visitare Ellora e Ajanta. Hotel medio ma valido, purtroppo senza acqua calda (per fortuna con questa temperatura non serve). Usciamo in cerca della bus station: è un po’ distante quindi rientriamo e chiediamo indicazioni alla reception. Scopriamo che sono molto preparati perché, senza indugio, ci mostrano un elenco completo di tutte le possibili escursioni. Il prezzo per Ajanta ci sembra congruo, quindi ci accordiamo.

12 Febbraio: con circa due ore di viaggio su strada buona ma con guidatori folli raggiungiamo Ajanta.

Il taxi ci fa scendere all’altezza di un punto panoramico sulle grotte. Sembra un cratere ma è l’ansa di un fiume, secco in questa stagione, a cui è addossata una colata lavica di basalto.

Dal viewpoint ci indicano una passeggiata in discesa fino all’ingresso: il taxi ci aspetterà al parcheggio sul lato opposto, accanto all’uscita. 

La discesa, un’infinità di scalini, è piacevole, anche se il caldo comincia a sentirsi. Il panorama è molto particolare: segni di cascate (asciutte) e grotte scavate nel muro di lava.

Dopo un po’ arriviamo all’ingresso, con annesso ristorante e servizi vari. Visitiamo le grotte; il sole picchia e ogni volta tocca togliersi le scarpe. Le grotte sono quasi tutte dipinte, minuziosamente, con scene della vita di Buddha. Proseguiamo la visita tra frotte di cinesi invadenti, turismo locale e scolaresche.

Come al solito siamo bersaglio di richieste amichevoli di selfie con indiani, siano essi singoli, coppie o gruppetti.

L’ultima grotta è particolarmente affascinante per sua la struttura complessa e per le scene scolpite.

Torniamo all’entrata e ci rifocilliamo al ristorante locale. Una navetta, sorprendentemente moderna e con aria condizionata, ci porta al parcheggio, dove siamo obbligati a passare per un mercatino di souvenir e chioschi vari. Fortunatamente non ci assaltano. Riprendiamo il taxi e dopo due ore rientriamo in hotel.